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20 Gennaio 2022
VACCINI: OBBLIGO NEI CAMPI PER 1.300 BRACCIANTI, NELLE CAMPAGNE LIVORNESI CRESCE PREOCCUPAZIONE IN VISTA STAGIONE RACCOLTI

Obbligo vaccinale per i bracciati over 50 e rischio carenza manodopera nelle campagne livornesi dove molto forte è la presenza di stranieri provenienti da Paesi dove vengono utilizzati sieri non riconosciuti in Italia come Sputnik, Sinovac o Sinopharm. Sono poco più di mille trecento gli operai agricoli con più di 50 anni, tra italiani e stranieri, su un totale di poco più di quattro mila che dovranno vaccinarsi entro il 15 febbraio ed essere quindi muniti di Green Pass rafforzato per accedere ai luoghi di lavoro. Gli operai agricoli stranieri over 50 sono poco più di 600. La stima è di Coldiretti Livorno preoccupata per gli effetti sulla ricerca di manodopera. “Riteniamo giuste e necessarie le nuove disposizioni del Governo in materia di Covid che prevedono l’obbligo vaccinale per gli over 50. La nostra organizzazione ha dimostrato con azioni concrete, in più occasioni, di sostenere la campagna vaccinale e la vaccinazione in agricoltura. – precisa il presidente di Coldiretti Livorno, Simone Ferri Graziani – Il decreto flussi offre la possibilità di entrare in Italia per motivi di lavoro subordinato stagionale e non stagionale e di lavoro autonomo a circa 70 mila lavoratori di cui una buona parte sarà impegnata in agricoltura. In questo contesto l’apertura delle frontiere agli stranieri rischia però di essere vanificata dal fatto che molti braccianti provenienti da Paesi extracomunitari non possono lavorare in quanto sono vaccinati con sieri non sono riconosciuti in Italia ed in Europa. Prevediamo quindi complicazioni nel momento in cui ci avvicineremo alla stagione dei raccolti e le aziende avranno bisogno di manodopera stagionale che rappresenta, nel contesto livornese, una componente importante rappresentando quasi un bracciante su due. Abbiamo proposto, per arginare questo rischio, che possano lavorare anche coloro che oggi stanno approfittando di norme come gli ammortizzatori sociali, così come gli studenti ed i pensionati, per sopperire alla mancanza di lavoratori stagionali”.

Con la prossima ripresa delle attività agricole, in primavera, è facile dunque prevedere l’accentuarsi della mancanza di lavoratori necessari nelle campagne per garantire l’approvvigionamento alimentare della popolazione in un momento in cui con la pandemia da Covid – continua Coldiretti – si è aperto uno scenario di incertezza, accaparramenti e speculazioni che spinge la corsa dei singoli Stati ai beni essenziali come l’energia e il cibo. In questo contesto – sottolinea Coldiretti – va segnalato che le difficoltà agli spostamenti dei lavoratori alle frontiere per effetto della pandemia, ha ridotto la presenza di lavoratori stranieri ed aumentato quella degli italiani che sono tornati a considerare il lavoro in agricoltura una interessante opportunità.

“Per cogliere questa opportunità e garantire l’adeguata copertura degli organici necessari a salvare i raccolti è urgente dunque adottare con strumenti concordati con i sindacati, che consentano anche ai percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati di poter collaborare temporaneamente alle attività nei campi. – spiega ancora Ferri Graziani rilanciando anche a livello locale alcuni dei temi centrali per il mondo agricolo – Serve un piano per la formazione professionale e misure per ridurre la burocrazia e contenere il costo del lavoro con una radicale semplificazione che possa garantire flessibilità e tempestività di un lavoro legato all’andamento climatico sempre più bizzarro. La pandemia – conclude il Presidente di Coldiretti - ha accelerato il fenomeno del ritorno alla terra e maturato la convinzione comune che le campagne siano oggi capaci di offrire e creare opportunità occupazionali e di crescita professionale, sia per chi vuole intraprendere che per chi vuole un lavoro al contatto con la natura per cogliere questa opportunità servono norme per la semplificazione delle assunzioni.“

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