Finalmente non è più vietato bruciare le potature di olivi e viti: il provvedimento adottato da alcune amministrazioni toscane, che aveva creato tanti disagi agli imprenditori agricoli della regione e la forte e vivace contestazione di Coldiretti, è stato superato, con l’entrata in vigore del nuovo regolamento forestale. Con questo atto la Giunta regionale dà seguito alle modifiche alla norma forestale, introdotte con la legge 75 approvata a fine 2009. Il nuovo regolamento, molto corposo, è composto da 102 articoli, che spaziano nei diversi campi della gestione dei boschi: si va dalla disciplina dei tagli boschivi, alle norme che regolano castagneti da frutto e sugherete, alla tutela delle aree per la produzione dei tartufi, alle norme riguardanti i terreni sottoposti a vincolo idrogeologico, alle azioni di salvaguardia dagli incendi boschivi. Per tutti questi interventi sono previsti adeguamenti tecnici e semplificazioni procedurali di un certo rilievo. Uno sforzo apprezzabile anche se le procedure risultano sempre molto complesse e costose per le imprese
Particolarmente interessante per il mondo agricolo è l’introduzione dell’articolo 57 bis che disciplina l'impiego nel ciclo colturale dei residui di potatura ed altri materiali legnosi provenienti da tagli boschivi ed altri interventi agro-forestali.
Fatte salve le norme antincendio è possibile, entro 250 metri dal luogo di produzione degli scarti, triturare, interrare o bruciare i residui vegetali derivanti da tagli e potature od altri interventi agro-forestali. “Importante quanto è stato inserito con questo nuovo articolo il 57 bis – ha dichiarato Tulio Marcelli Presidente di Coldiretti Toscana - che definisce le modalità con cui le imprese agricole possono riutilizzare nei terreni coltivati il materiale vegetale derivate dalle potature ed altri interventi colturali. In questo modo si superano le difficoltà sorte in passato, quando alcune amministrazioni pubbliche avevano adottato provvedimenti di divieto di bruciatura delle potature degli olivi e delle viti. Si tratta di buone pratiche che consentono di recuperare e restituire ai terreni elementi di fertilità che altrimenti andrebbero smaltiti con oneri aggiuntivi e senza alcuna logica ambientale.”
25 Marzo 2010
SI ALL’UTILIZZO DEI RESIDUI VEGETALI