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26 Novembre 2019
Maltempo: nei campi conto danni sale a oltre 100 milioni

Vigneti franati, coltivazioni soffocate e niente semine nei terreni allagati

Sale ad oltre 100 milioni di euro il conto dei danni in agricoltura con decine di migliaia di ettari di terreno coltivato finiti sott’acqua: colture asfissiate, serre divelte, ortaggi perduti, vigneti distrutti. A questo si sono aggiunte frane e smottamenti nelle campagne, dove ora a preoccupare è l’impossibilita di seminare.

È quanto emerge dal monitoraggio nazionale della Coldiretti sugli effetti dell’ultima ondata di maltempo in un mese di novembre anomalo segnato da precipitazioni record. Gli agricoltori non riescono neppure a entrare nei campi per effettuare le necessarie operazioni colturali mentre, dove si è già seminato, i germogli e le piantine rischiano di soffocare per la troppa acqua.

Nei terreni segnati dalla pioggia senza tregua - sottolinea la Coldiretti -  l’acqua sta compromettendo le tradizionali semine autunnali, come quelle del grano per il pane e per la pasta con oltre 1/3 delle operazioni ancora da completare lungo la Penisola. Le situazioni peggiori si registrano in Piemonte, Lombardia ed Emilia. Ci sono ancora poche settimane di tempo - precisa la Coldiretti - per concludere le operazioni colturali prima che arrivi il grande freddo e gli agricoltori guardano con apprensione il cielo.

La produzione di ortaggi invernali e in serra è stata colpita a macchia di leopardo – sottolinea la Coldiretti - ma a preoccupare è anche il dissesto idrogeologico con interi vigneti crollati e ostacoli alla viabilità nelle aree rurali.

L’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai diventata la norma anche in Italia

Siamo di fronte a una evidente tendenza alla tropicalizzazione che – evidenzia Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di eventi estremi, sfasamenti stagionali e territoriali, precipitazioni brevi e intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo.

Le precipitazioni sempre più intense e frequenti, nonché le bombe d’acqua si abbattono – precisa la Coldiretti – su un territorio reso fragile dal dissesto idrogeologico: sono 7.275 infatti i comuni complessivamente a rischio per frane o alluvioni (il 91,3% del totale). A questa situazione non è certamente estraneo il fatto che il territorio è stato reso più fragile dalla cementificazione e dall’abbandono, che negli ultimi 25 anni secondo la Coldiretti ha fatto sparire oltre ¼ della terra coltivata (-28%) con la superficie agricola utilizzabile in Italia che si è ridotta ad appena 12,8 milioni di ettari.

Un adeguato riconoscimento sociale, culturale ed economico del ruolo dell’attività nelle campagne

Per questo l’Italia deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile con un adeguato riconoscimento sociale, culturale ed economico del ruolo dell’attività nelle campagne. Per evitare di dover costantemente rincorrere l’emergenza servono interventi strutturali che vanno dalla realizzazione di piccole opere di contrasto al rischio idrogeologico, dalla sistemazione e pulizia straordinaria degli argini dei fiumi ai progetti di ingegneria naturalistica fino a un vero e proprio piano infrastrutturale per la creazione di invasi che raccolgano tutta l’acqua piovana che va perduta e la distribuiscano quando ce n’è poca, con la regia dei Consorzi di bonifica e l’affidamento ai coltivatori diretti.

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