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20 Giugno 2023
CLIMA: PAZZA PRIMAVERA, IN VAL DI CORNIA KO PRODUZIONE MELONI E NOCCIOLINE. GUARDA LE FOTO ED I VIDEO

Nelle distese a perdita d’occhio tra Venturina e Campiglia Marittima, dove si produce più della metà dei ricercatissimi meloni Made in Tuscany - 270 dei quasi 500 ettari coltivati si trovano proprio in provincia di Livorno - gli operai vanno su e giù sotto il sole alla ricerca di frutti belli e sani richiestissimi in questo momento della stagione dai consumatori. Ma trovare un popone perfetto, in questa pazza stagione, è come cercare un ago nel pagliaio. La pioggia incessante ed abbandonate caduta in queste settimane, troppa anche per la memoria di chi questo mestiere lo fa da sempre, unita agli sbalzi di temperatura hanno favorito lo sviluppo dei parassiti e già compromesso il 70/75% del primo raccolto. Lungo i corridoi che separano i lunghissimi filari, le “carcasse” dei meloni non si contano.Si chiama cracking in gergo tecnico il fenomeno che porta alla “spaccatura” dei frutti a causa della troppa acqua. Un fenomeno che ha “colpito” anche la produzione di meloni. A lanciare l’allarme è Coldiretti Livorno secondo cui gli agricoltori rischiano di non raccogliere nemmeno quanto basta per pagare le spese di produzione. “Raccogliere i meloni facendo fango non mi era mai capitato in 40 anni. – spiega Stefano Forconi, storico produttore di poponi di Venturina – L’effetto di questo andamento climatico per un’azienda agricola a gestione famigliare si traduce in una perdita di produzione del 75% considerando i meloni che le pianta non è riuscita a portare avanti ed i meloni danneggiati che non potranno essere commercializzati. L’assorbimento da parte della pianta di troppa acqua porta alla crepatura del frutto una volta che è maturo. E’ come se implodesse dall’interno. I conti li faremo alla fine della stagione ma l’inizio è stato tragico”.

MALTEMPO: COLTURE IN AFFANNO, MILIONI DI EURO DI DANNI NELLE CAMPAGNE: IL SERVIZIO DEL TGR RAI TOSCANA

Ma a soffrire, a causa dei cambiamenti climatici che hanno scombussolato il rigore del ciclo delle stagioni, sono tutte le colture. Dalla frutta agli ortaggi fino ai cereali per cui si stima una riduzione di un quarto delle rese di grano alla produzione di miele e di fieno. “La stagione era partita molto bene. – spiega Matteo Serravalle, vice presidente Coldiretti Livorno - Poi la svolta negativa proprio nel momento più delicato nel passaggio dalla fioritura al frutto. Oggi è ancora impossibile fare un calcolo dei danni complessivi ma parliamo di svariati milioni di euro tra rese inferiori, prodotti danneggiati e mancati raccolti. Problemi ci sono per le colture frutticole ed orticole che per questa terra sono una voce importante dell’economia agricola e delle famiglie contadine. Il primo taglio del fieno non è andato bene mentre per il grano le aspettative non sono brillanti. Tra qualche settimana iniziamo a trebbiare e solo in quel momento avremo un dato realistico delle rese per ettaro. I terreni pieni d’acqua ed il maltempo hanno ritardato i trapianti del pomodoro da industria. – spiega ancora Serravalle – Pioggia e umidità hanno fatto proliferare funghi e parassiti e con loro l’aumento dei costi per difendere le colture ed evitare di perdere il raccolto. E’ un’annata difficile”.

Non solo poponi, la Valdicornia è terra di noccioline. Ma anche per questa dolcissima leguminosa, il clima ha giocato un brutto scherzo. In provincia di Livorno nel mese di maggio sono caduti 89 mm di pioggia contro una media storica negli ultimi 30 anni di 49 mm caratterizzati da vere e proprie bombe d’acqua. “Qui era tutto allagato. La troppa pioggia ha fatto marcire i semi. Il caldo ha poi indurito la terra che sta impedendo ora alle piante di uscire. Lungo i filari ci sono poche piantine che si sono sviluppate e che hanno possibilità di diventare nocciolina. Il risultato è una previsione di raccolto di arachidi dimezzata. – spiega Marco Razzolini, il maggiore produttore di arachidi in regione – Tenterò, nei prossimi giorni, una semina tardiva su un altro ettaro e mezzo per cercare di provare a salvare il salvabile”.

La pioggia che cade è, e sarà, sempre più una risorsa preziosa per l’agricoltura. “Dobbiamo arrivare a salvare il 50% dell’acqua che cade dal cielo per metterla a disposizione delle colture agricole ma anche della comunità realizzando infrastrutture per lo stoccaggio come previsto dal nostro piano nazionale laghetti che abbiamo presentato insieme ad Anbi Nazionale. – spiega il Presidente di Coldiretti Livorno, Simone Ferri Graziani – E per raggiungere questo obiettivo dobbiamo accelerare sul progetto di recupero dei migliaia di piccoli invasi censiti che la burocrazia ha svuotato in questi anni e che possono rappresentare una ipoteca sul futuro della nostra agricoltura e dei territori. Un obiettivo a cui sta lavorando il tavolo regionale voluto dal Governatore Giani di cui facciamo parte e la cabina di regia del Governo. Le aziende agricole, con il loro lavoro, garantiscono un contributo fondamentale non solo per la produzione di cibo ma anche per il turismo e l’immagine della nostra regione nel mondo”.

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