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7 Luglio 2023
PREDAZIONI: LUPO TROVATO IMPICCATO SUL CAVALCAVIA FI-PI-LI, ATTO DIMOSTRATIVO FRUTTO ESASPERAZIONE MA CHE NON E’ STRADA GIUSTA PER RISOLVERE PROBLEMA. Guarda il video

“Un atto dimostrativo frutto del clima di esasperazione che non è però la strada giusta da percorrere per risolvere l’emergenza predazioni nelle campagne della nostra regione. E’  vero altrettanto che le istituzioni, a tutti i livelli, devono iniziare a dare risposte concrete e solide agli allevatori e alle comunità agricole affrontando ed osservando il problema dal punto di vista della scienza e non dell’emotività”: è il commento del Presidente di Coldiretti Pisa, Marco Pacini in seguito al ritrovamento giovedì 6 luglio di un esemplare di lupo ibrido senza vita “appeso” sul cavalcavia della FI-PI-Li tra Ponsacco e Cascina.

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Secondo Coldiretti Pisa il numero fuori controllo dei predatori, lupi ed ibridi appunto, sta mettendo in grave pericolo un patrimonio inestimabile composto da migliaia di aziende agricole e posti di lavoro che assicurano la cura del territorio e la bellezza dei nostri paesaggi, la tutela la biodiversità e lo stato delle natura e portano sulle nostre tavole produzioni locali profondamente legate alla storia dei territori che altrimenti andrebbero perse. La presenza di lupi e ibridi non è più confinata alle sole montagne ma sono sempre più ricorrenti e frequenti avvistamenti nei centri abitati, tra le abitazioni, dove le comunità iniziano ad avere paura e a porsi domande sulla sicurezza. A spingere i lupi sempre più verso i centri abitati è la ricerca di cibo causata da un’altra emergenza, quella della fauna selvatica, soprattutto cinghiali, 300 mila secondo le stime, altro fenomeno che sta devastando le coltivazioni e mettendo a soqquadro le campagne. I cinghiali, spinti dalla fame, si spostano sempre di più verso valle, costringendo i lupi ad inseguirli e determinando un cambio di habitat senza precedenti per queste specie che diventano così “urbane”.

Le istituzioni – spiega Coldiretti Pisa - devono con coraggio definire un Piano nazionale che guardi a quello che hanno fatto altri Paesi Ue come Francia e Svizzera per la difesa degli agricoltori e degli animali allevati. Serve responsabilità nella difesa degli allevamenti, dei pastori e allevatori che con coraggio continuano a presidiare le montagne e a garantire la bellezza del paesaggio. Senza i pascoli – prosegue – le montagne muoiono, l’ambiente si degrada e frane e alluvioni minacciano le città.

Secondo l’elaborazione di Coldiretti dei dati del sistema informativo veterinario, dal 2009 al 2022, sono spariti 468 allevamenti ovini da latte in tutta la regione insieme ad 17 mila capi (-6%) dopo che la popolazione ovinacaprina nel 2017 aveva raggiunto il record di 305.000 capi. Oggi sono 262 mila circa. Gli allevamenti sono passati da 1.425 a 957 (-33%). Un fenomeno che assume proporzioni spaventose se prendiamo come riferimento il solo periodo 2017-2022: i capi in meno sono 42 mila capi (-14%). Un tracollo che sta mettendo a rischio la sopravvivenza della filiera lattiero casearia regionale, una delle più ricche del Bel Paese con 2 formaggi Dop, il pecorino toscano recentemente entrato nella top ten dei formaggi più buoni del mondo ed il pecorino delle balze volterrane e 33 specialità agricole tradizionali censite che raccontano il territorio, il paesaggio, l’identità e la storia spesso di piccole comunità, borghi e località.

AVVISTAMENTI, SI MOLTIPLICANO LE TESTIMONIANZE

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