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6 Aprile 2020
Nei campi servono 1.500 lavoratori Coldiretti, da Pisa e Livorno una lettera ai prefetti

"Semplificazione dei voucher agricoli. Senza braccia non si raccoglie"

Servono 1.500 operai nei campi delle province di Pisa e Livorno. A dirlo sono Fabrizio Filippi e Simone Ferri Graziani, i presidenti delle confederazioni provinciali di Coldiretti che hanno scritto una lettera indirizzata al Prefetto di Pisa Giuseppe Castaldo e al Prefetto di Livorno Gianfranco Tomao per evidenziare un problema che nei prossimi mesi potrebbe diventare ingestibile e proporre alcune soluzioni. 

«L’emergenza sanitaria che stiamo vivendo - si legge - ha dei riflessi che in questo momento possono sembrare non prioritari ma che possono aggravare le condizioni di precarietà economica e sociale del nostro Paese». Uno di questi riflessi riguarda il blocco alle frontiere dei lavoratori stranieri che vengono nel nostro paese per le lavorazioni stagionali: «370.000, necessari alla produzione di almeno il 25% del Made in Italy alimentare».

In particolare nella provincia di Pisa per portare a termine le lavorazioni agricole compresa la vendemmia e la raccolta delle olive si ricorreva negli anni passati nel periodo aprile/ottobre a oltre 500 operai agricoli stranieri per un ammontare complessivo di oltre 25.000 giornate lavorative. Nella provincia di Livorno, per portare a termine le lavorazioni delle orticole della Val di Cornia e la raccolta delle uve si ricorreva negli anni passati nel periodo aprile/ottobre a oltre un migliaio di operai agricoli stranieri per un ammontare complessivo di oltre 60.000 giornate lavorative. 

Coldiretti Pisa e Coldiretti Livorno fanno quindi proprie le parole del Presidente nazionale Ettore Prandini, «il quale afferma che in una situazione di emergenza nazionale serve una radicale semplificazione del voucher agricolo che possa consentire da una parte di cassaintegrati, studenti e pensionati italiani lo svolgimento dei lavori nelle campagne in un momento in cui scuole, università, attività economiche ed aziende sono chiuse e molti lavoratori in cassa integrazione potrebbero trovare una occasione di integrazione del reddito proprio nelle attività di raccolta nelle campagne». 

La lettera si conclude con la fiducia in un intervento dei Prefetti «presso il nostro Governo affinché possa dare una rappresentazione dei rischi che il nostro Paese può correre in termini di approvvigionamento alimentare, scevra da posizioni ideologiche e orientata verso soluzioni pragmatiche».

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